Forse non tutti sanno che gli antichi romani avevano alcune usanze, modi e costumi nella loro vita civile e sociale, alquanto curiosi.

Eccone alcuni.

Sapevate che i bambini, giocavano a biglie con le noci ? L’espressione “relinquere nuces” (lasciare le noci) significava lasciare l’infanzia, un cambiamento importante per un giovane romano.

Il Ludus castellarum (citato anche da Ovidio) era un gioco che consisteva nel formare un triangolo con tre noci ravvicinate e una in cima che bisognava far cadere. Il gioco presupponeva abilità e concentrazione e veniva praticati da bambini di entrambi i sessi.

Le noci avevano un significato particolare: si diceva “non giochiamo più al gioco delle noci” per indicare l’abbandono dell’infanzia per entrare nella vita adulta.

 

Sapevate che gli antichi romani erano notevolmente superstiziosi?

Il numero 17, oggi come allora, si pensava portasse sfortuna poiché anagrammando la scritta XVII la parola che ne deriva è “VIXI” cioè…”vissi”.

Se nell’uscire si inciampava sulla porta era un pessimo segno, e per scongiurarne gli effetti era meglio quel giorno tornare sui propri passi e non uscire di casa!

Nominare il fuoco o un incendio durante un banchetto era una solenne imprudenza! Gli antichi romani però, rimediavano subito: si affrettavano a gettare acqua sulla tavola!

Se poi durante lo stesso banchetto un gallo cantava era di tremendo auspicio! Meglio quel giorno non mangiare nulla e fare i dovuti scongiuri!

 

Sapevate che l’usanza di prendere in braccio sulla soglia della nuova casa, senza far assolutamente cadere la sposa, deriva dagli antichi romani? Così pure quella di lanciare manciate di riso bene auguranti ai novelli coniugi. Inoltre le spose si vestivano in abito bianco ma con velo scaramantico rosso.

Per brindare, i romani bevevano tanti bicchieri di vino quante erano le lettere che componevano il nome della persona scelta. Un gesto di buon auspicio prevedeva di formare con le dita della mano il numero 3.

 

Anche la medicina sperimentale dei Romani rimase sempre vincolata a credenze magiche e a superstizioni; era convinzione diffusa infatti che i rimedi, se posati sulla tavola prima che fossero adoperati, perdessero ogni effetto.

Sapete come gli antichi romani si liberavano dai cattivi pensieri ? Semplicemente, passando dietro l’orecchio un dito bagnato di saliva…un po’ come facciamo noi oggi con lo champagne o con il vino, se ne cade un po’ sopra la tavola!

 

Ma i Romani sapevano anche divertirsi molto, basti pensare ai  famosi Ludi Magni: giochi pubblici tenuti nel mondo romano antico come forma di intrattenimento della popolazione.

Spesso i ludi erano organizzati in occasione di festività religiose romane, o costituivano addirittura uno dei momenti principali di queste festività.

 

Per i romani durante la Repubblica i giorni destinati ai ludi erano 77; nel periodo imperiale divennero 177 tra ludi scenici, ludi circenses e ludi munera (o spettacoli gladiatorii).
Durante l’impero i Romani ebbero poi 45 giorni di feriae publicae e 22 giorni di festività singole obbligatorie. Inoltre avevano 12 giorni di ludi singoli e 103 di ludi raggruppati su più giorni. Insomma circa la metà dell’anno era non lavorativa…beati loro!

 

A presto con altre pillole di curiosità!

 

 

 

DISCLAIMER: Le foto presenti su questo blog sono state per la maggior parte tratte da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione, indirizzo e-mail: info@novavia.it in modo da ottenere immediata rimozione di dette immagini.

 

Scrivici ed entra in contatto con noi
Compila il seguente form per richiedere maggiori informazioni.
Tutti i campi contrassegnati con * sono obbligatori.